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Un umile inchino, un colpetto di tosse per schiarirmi la voce e via, cominciamo. Ecco quello che ho da dirvi.

domenica 31 gennaio 2021

Se il buongiorno si vede dal mattino

Oggi è l’ultimo giorno del primo mese di un anno che avrà l’arduo compito di farci voltare pagina.

Ho scritto l’ultimo post di questo blog durante il Primo Lockdown, in un momento storico durante il quale certi fatti sulla pelle di ognuno di noi hanno costretto molti – me per primo – a rivedere le proprie idee e le proprie prese di posizione. Ad oggi abbiamo avuto una parentesi estiva di serenità, per poi ritrovarci vittime e carnefici di un Secondo Lockdown.

Da domani torneremo “gialli”, e se sarà l’ultima tonalità prima della pace ritrovata, o un nuovo indizio di rossore imminente, non è ancora dato sapere. La mia modesta opinione è che non smetteremo di fare i camaleonti per molto tempo ancora. Ma il giallo ci piace, e anche se nel vestiario è il più bistrattato dei colori, diciamo che addosso, oggi, ce lo facciamo piacere molto volentieri.

Qualche tempo fa ho pubblicato su Facebook un post che dalle parti di questo blog non si è visto. Non c’è un motivo reale, forse è parte di quel disincanto che nei mari più burrascosi non ci fa vedere mai terra. In quel post raccontavo di come il 2020, nonostante tutto, sia stato clemente con me e con la mia famiglia, e anzi mi abbia dato la fortuna di vedere alcuni miei racconti, pubblicati poi in antologie cartacee, ricevere giudizi positivi e addirittura menzioni speciali.

Ma ho preso anche sonore batoste, e imparato molto sull’arte dello storytelling, una passione a cui sono legato da sempre. Credo che, per uno come me che di questa passione vuole farci un mestiere, rialzarsi dopo un giudizio negativo sia il miglior viatico per evitare di perdersi definitivamente. E allora mi sono messo a studiare tutto ciò che non andava nel mio modo di raccontare storie – non ho ancora smesso di farlo, per la cronaca –, mi sono confrontato con aspiranti autori come me e ho avuto anche la fortuna di incontrare un giovane docente universitario, autore di un’importante opera fantasy, che quel sogno l’ha coronato.

È vero, ha massacrato l’incipit di un mio racconto in una diretta su YouTube – una lezione di line editing, per la precisione: una manna dal cielo che consiglio a tutti quelli che vogliono imparare a scrivere bene –, ma così facendo mi ha dato la consapevolezza di una verità con cui non mi ero ancora confrontato: e cioè che puoi avere una fantasia innata, idee originali, puoi conoscere alla perfezione la lingua italiana, ma saper raccontare è ben altro paio di maniche. Intrattenere il lettore, coinvolgerlo fino al punto di farlo immergere nella tua storia non è nel pacchetto di viveri che ti carichi in spalla, né è segnato sulla mappa che ti danno alla partenza: devi trovare quella famosa “X” impegnandoti e studiando, facendoti giudicare e massacrare tutti i santi incipit di questo mondo. Perché quando scopri il tesoro, magari ti ritrovi a un passo dal traguardo.

Il mio buongiorno al 2021 è nella notizia che vi riporto in calce. È la storia di Rosario Esposito, che ha perseguito un sogno, e della sua casa editrice La Rossa, che di quel sogno è il frutto più bello. Rosario ha portato del bene nella sua comunità e non solo.

E nel farlo, ha attirato l'attenzione di Stephen King. 

La magia dello scrivere è anche questo...

Alla prossima!

https://www.repubblica.it/cultura/2021/01/13/news/stephen_king_pubblica_a_scampia_esce_guns_per_marotta_cafiero-282340864/





sabato 21 marzo 2020

Scrittura, rilettura e riscrittura. La revisione delle idee.

E' difficile dire qualcosa di coerente con lo spirito di questo blog, due mesi dopo l'ultimo post, con tutto quello che è accaduto in mezzo nel frattempo.

Quello che posso dire è che c'è tempo per scrivere e disquisire, senza dubbio, ma ce n'è anche e soprattutto per leggere... e rileggersi. Ho scritto cose su questo virus con le quali non sono più d'accordo, e il meccanismo che mi sta portando a estraniarmi da quanto detto o scritto, affrontandolo con uno spirito, appunto, differente, è identico a quando scrivo una storia che poi, alla fine, devo revisionare. Quando si revisiona, si corregge. E per portare a termine questo compito doveroso, il testo, si dice, va fatto decantare. Così che, alla prima rilettura a distanza di tempo, si possa inforcare l'occhialetto unto del Signor Precisetti lasciando andare alla corrente lo slancio emotivo, incontrollato, della prima stesura.

Il punto è che finché si tiene il testo sbagliato in un cassetto, il massimo che può fare è appestare l'aria al suo interno. Ma se quel testo è in un post condiviso sui social, prima che ci ripensi ha già fatto male a qualcuno. E il rimedio, in questo caso, è qualcosa che va trovato il prima possibile.

La situazione è più brutta di quanto il mio spirito ottimista mi abbia illuso all'inizio. La preoccupazione è tanta, le difficoltà di mantenere saldi i propri ruoli all'interno di una famiglia, sconosciute fino a questo momento.

A me una cosa riesce meglio delle altre: scrivere e raccontare storie.
E quindi basta indugiare. Questa è l'occasione per pensare, inventare e scoprire nuovi mondi.

Perché nulla, nel regno della fantasia, potrà mai essere sottovalutato.

Buona lettura!